Figli e figlie by Ivana Bodroi;

Figli e figlie by Ivana Bodroi;

autore:Ivana Bodroi; [Bodrožić, Ivana]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788838945793
editore: edigita
pubblicato: 2023-07-24T22:00:00+00:00


Seconda parte

20

Dovevo introdurre certe regole nella mia vita: niente più alcolici pesanti. Mi svegliavo, fuori era giorno, andavo a lavorare, fuori era giorno, andavo a bere, fuori era giorno, rientravo a casa, fuori era giorno, luce sotto la quale si vedeva il colore esatto dei tuoi occhi che però non ero mai riuscito a precisare. Intorno alla pupilla un cerchio azzurro che sfocia in un verde puntellato d’oro e di crepe viola, oro che verso i bordi dell’iride si trasforma in corteccia d’albero, il tutto circondato da un color metallo. Perché non ti fai viva? Potevi dirmi: amore, sei stupido. A volte mi capita. Mi è rimasto da prima, tu non c’entri. Voglio tutto per me. Sì, sono stupido, lo so, lo capisco. Ma a volte è più forte di me. Indossi quel vestito lungo, arioso, ti fa camminare ancora più leggera, sai che all’inizio del nostro rapporto avevo mostrato a Filip una tua foto, ti avevo catturato mentre camminavi, certo che lo avesse capito subito. Guarda come cammina, gli ho detto, è dal cammino che capisci subito tutto, guarda quel passo tra la panchina e il muro, l’aria in mezzo a quelle gambe lunghe, il collo e le ciocche di capelli, quella serietà sotto il sorriso.

E così passeggiamo per la città, lui suona la chitarra sul marciapiede, suona bene, non è per niente male, suona Unchained Melody, tu rallenti il passo e lo ascolti, una volta mi avevi detto che alle elementari ti eri innamorata di Patrick Swayze, penso a quelle sue mani possenti, mi ci sostituirei per sollevarti sopra di me e proteggerti. Gli sorridi, vorrei essere io a ricevere quel sorriso, mi tieni per mano, ma non mi basta, vorrei tutto, e allora divento... lo sai già come. Prima stupido, poi taciturno. So che ti stai semplicemente godendo quel momento, e la musica, per me non c’è niente di più bello che vederti godere di qualcosa, anche se devi ammettere che sono sempre meno così, a volte sì, mi instupidisco. Te la prendi con me, litighiamo, non devi irritarti per ogni cosa che dico, a volte potresti passarci sopra, e allora che problema c’è se non ti prendo sul serio, su amore, siamo stati così bene, io ho occhi solo per te e non posso credere, sai, non posso proprio, la cosa mi ferisce, mi sgridi rattristata. Ti faccio diventare così triste. Mando me stesso a quel paese, non volevo, scusami, volevo solo un sorriso, hai tutto, come fai a non vederlo, tu che sembri vedere tutto. La musica non si sente più, ora camminiamo a ritmo vuoto, continuiamo a tenerci per mano, ma non più a modo nostro, fino a quando non ti fermi e come un animale inizi a guardarti intorno. Come se dovessi tornare indietro, mi trascini da qualche parte, non mi raccapezzo subito. «Cosa c’è, amore?», domando. «Tomislav», sussurri e io capisco che intendi tuo fratello. Quando quella volta mi hai mostrato la sua foto non potevo credere che foste parenti. Una



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